Carlo Nardello e Giuseppe Marseglia: IA e nuove sfide per la comprensione umana

L’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla comunicazione umana è stato approfondito nel libro di Paolo Benanti intitolato “Il crollo di Babele”, opera che fa riferimento al mito della Torre per simboleggiare la millenaria frammentazione linguistica e culturale delle interazioni umane. Sul tema sono intervenuti anche Carlo Nardello, Vice Presidente di Comtel ed esperto in ambito marketing e strategia aziendale, e Giuseppe Marseglia, Consigliere Indipendente con delega allo sviluppo di strumenti AI-driven per la gestione e il monitoraggio delle infrastrutture.
La loro riflessione esamina la possibilità secondo cui gli sviluppi della tecnologia potrebbero ribaltare il limite delle differenze linguistico-culturali e favorire una comprensione più profonda. Un primo passo è avvenuto grazie alle reti sociali, ad esempio Facebook e X-Twitter, attraverso cui “le persone possono incontrarsi, dialogare e condividere idee senza limiti geografici”, evidenziano i due esperti. Tali spazi “hanno dato origine a fenomeni di aggregazione che hanno spostato il confronto politico e sociale democratizzando l’accesso all’informazione e al dialogo su scala globale”. Gli effetti si sono avuti su larga scala e hanno favorito, ad esempio, fenomeni organizzativi come la Primavera Araba o l’attacco a Capitol Hill.
“Oggi, in un mondo iper-connesso, scambiare messaggi è diventato più semplice che mai. Grazie alle tecnologie come ChatGPT e altri strumenti di Intelligenza Artificiale, anche l’ultimo grande ostacolo simbolico, la Torre di Babele, sembra essere crollato”, ha commentato in merito Giuseppe Marseglia aggiungendo che “le barriere linguistiche sono state superate, e parlare con chiunque, in qualunque angolo del mondo, è alla portata di tutti”. Non a caso, l’Intelligenza Artificiale promette di abbattere anche l’ultima grande barriera, quella linguistica, consentendo conversazioni senza confini.
Tuttavia, si sollevano anche diversi interrogativi: stiamo realmente comprendendo l’altro o ci limitiamo a decifrarne le parole? Oppure, con la tecnologia si rischia un appiattimento delle differenze culturali? Ma c’è di più: come evidenzia Giuseppe Marseglia, parallelamente il vero problema della comunicazione non è soltanto linguistico, bensì anche di tipo generazionale. “Ci sono ancora alcuni tipi di Torre di Babele che resistono: ad esempio quella inter-generazionale”, sottolinea l’esperto in conclusione: “Comprendere punti di vista diversi – tra chi è cresciuto con il telefono a disco e chi con TikTok – rimane una sfida. Non basta tradurre le parole; serve costruire ponti tra esperienze, valori e linguaggi diversi”.
Articolo pubblicato su Prima Comunicazione.